Seminario IV: Lingua, cultura e società (transculturale)
Data:
30 marzo 2006
Orario:
15.00-17.30
Durata:
2.30 ore
Relatori:
Fabiana Fusco
Elide Casali
Il seminario inizia il percorso che mira a orientare i partecipanti sulle tematiche legate ai processi di transculturalità che viviamo attualmente all’interno di società multiculturali e plurilingui. In questo senso, imparare le lingue vuol dire imparare anche a sapere interagire con i nostri concittadini nazionali o internazionali che essi siano. La città si presenta come un luogo
privilegiato dove si incontrano innanzitutto parlanti di dialetti ancestrali e parlanti di italiano, e poi si viene ad aggiungere la presenza di nuove lingue migrate o di lingue di cittadini internazionali. Questa situazione contribuisce ad arricchire il patrimonio culturale delle nazioni, delle regioni e del popolo in generale, potenziando la loro diversità culturale. A livello didattico,
questo nuovo panorama linguistico presenta novelle necessità a cui far fronte. La didattica delle lingue, e poi la didattica in generale, deve quindi tener conto di chi sono i nuovi alunni che frequentano oggi le scuole e fornire delle iniziative atte a permettere gli apprendenti di interagire positivamente nella loro società transculturale.
Parte I: F. Fusco
Nella prima parte del seminario l’intervento si aggirerà sull’universo dei comportamenti linguistici, delle lingue e dei suoi parlanti, dell’architettura della lingua e dell’analisi dei repertori linguistici. Si cercherà inoltre di fare una panoramica della situazione dell’italiano nel mondo.
Durante il seminario si esamineranno i concetti di:
plurilinguismo
lingua standard, substandard, dialetto, lingue di minoranza, ecc.
diatopia, diastratia, diafasia, diamesia
bilinguismo, diglossia, plurilinguismo
Parte II: E. Casali
Contesto sociale e culturale, geografico ed economico
Durante il suo intervento la Professoressa farà una panoramica sulla lingua e la cultura nel territorio forlivese e nella
romagna. La posizione geografica e culturale di Forlì è stata, a seconda dei momenti storici, nell’orbita di grandi centri politici culturali
tipografici quali Firenze e Bologna, e a partire dal secondo dopoguerra, con l’esplosione dell’industria turistica, della riviera anche della
città di Rimini. Si affronteranno temi come la «probizione» del dialetto nel secondo Dopoguerra nell’Italia della ricostruzione, (avviene a Forli,
come in altre realtà dialettali, quello che racconta Diego Marani nel suo libro Come ho imparato le lingue, Milano, Bompiani, 2005 e
l’Amarcord di Federico Fellini: la Romagna dell’«ombrellone e della piadina» (Balzani)
Altri temi che si toccheranno sono:
la campagna e la città, il mondo contadino e il mondo operaio
le tradizioni folcloriche e dialetto > italiano
la scolarizzazione e l’invito alla lettura
la scolarizzazione e il dialetto
la negazione del dialetto e il reinserimento del dialetto.
La scuola Classica Romagnola e i poeti in dialetto. Il dialetto: dalla lingua di tutti alla lingua di pochi, da lingua del
popolo a lingua d’élite
Si farà una panoramica sul come la poesia in romagnolo si comincia a imporre sul piano nazionale e viene diffusa dalle voce e dalle
performances di attori e poeti come Ivano Marescotti e Giuseppe Bellosi, Giuseppe Nadiani): si tratta di una inedita consapevolezza della
potenzialità e della ricchezza di una lingua che sta gradatamente perdendo terreno; di un processo di rivitalizzazione di una lingua a partire
dalla scuola dell’obbligo, con un progetto in cui scuola, comune e provincia si incontrano per diffondere cultura romagnola e lingua anche nelle
scuole elementari.
In questa seconda parte dell’intervento si tratteranno i seguenti temi:
Tradizione letteraria in dialetto o mista (dialetto/italiano)